Una varietà di dolci a forma di serpi, che s'intrecciano fra di loro, di anno in anno, è ormai tradizione di famiglia. Un tempo, mio padre fece costruire un forno a legna, utilizzato per la cottura di questi dolci e tanti altri, da mia madre, che con grande maestria si cimentava, da parenti e vicini di casa. Ogni anno, d'estate, sfornavamo grandi ceste di serpenti e taralli "sbarrittati", vuol dire ben aperti e alti, pur essendo un impasto senza lievito, ricoperti poi dalla glassa. Tanti ceppi d'ulivo ardevano nel forno, finchè una grande pietra collocata al centro non cambiava colore e diventava bianca, a quel punto la temperatura per infornare era quella giusta e via con l'inserimento delle teglie, si chiudeva la bocca del forno, si controllava di tanto in tanto che non bruciassero e alla fine i nostri visi rossi, accaldati ammiravano con stupore la loro sbarrittatura. Oggi quel bel forno non c'è più, mia madre non ha più le forze di un tempo e quello spazio dove era collocato è stato adibito a palestra, noi figlie continuiamo devote la tradizione, cuocendo i serpenti nel forno elettrico delle nostre cucine moderne, ma anche se il sapore è buono e la dedizione è tanta, il loro aspetto lascia sempre un pò a desiderare.
Ingredienti: uova e farina. Preparazione: fare una fontana con la farina e mettere al centro le uova, incorporare girando con una forchetta e aggiungere altra farina fino a che l'impasto non assume la consistenza della pasta per tagliatelle. Formare tanti filoncini, dare la forma di serpenti e con una forbice fare dei taglietti lungo il centro e i lati. Infornare a 250° per circa 10'-15'. Una volta pronti ricoprire di ghiaccia reale e lasciare asciugare. Decorare a piacere.