L'importanza della partecipazione nella Giornata della Memoria, non solo per ricordare, ma per esprimere un pensiero interiorizzato e costante nel non dimenticare il senso della libertà .
Una riflessione nel rispetto della dignità sociale contro tutti i tipi di discriminazione, malvagità , atti e gesti vergognosi scaturiti dall'ignoranza e dall'insensibilità del genere umano.
Da un libro un film, intenso, toccante e commovente, un documento portatore di un messaggio positivo: la speranza.
"Anni d'infanzia", romanzo autobiografico, scritto dallo scienziato olandese Jona Oberski e pubblicato nel 1978, dal quale è stato tratto il film "Jona che visse nella balena" dal regista Roberto Faenza nel 1993. Ricordi terribili, memorie impresse nella mente di un bambino, la storia vera e la cruda realtà vissuta dall'autore, un bimbo che a soli 3 anni insieme ai suoi genitori viene rinchiuso in un lager, privato del suo mondo di sogni e di giochi, sotto i suoi occhi le atrocità di un campo di concentramento di Berger-Belsen, testimone degli orrori del periodo della seconda guerra mondiale durante le persecuzioni razziali naziste contro gli Ebrei da parte di Hitler. Jona attraversa tutta la fase della prigionia, affronta la morte del padre e il grande dolore della madre che provata dalle sofferenze fisiche e mentali non sopravviverà dopo la liberazione. Proprio nelle parole della madre è contenuto un messaggio di speranza "guarda sempre il cielo e non odiare mai nessuno", per un bimbo rimasto solo e dalla famiglia distrutta, insegna fiducia e trasmette serenità nell'andare avanti sempre con forza e coraggio senza arrendersi mai. La voglia di vivere.
"Meditate che questo è stato:
RispondiEliminavi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli."
Non dobbiamo dimenticare mai.
Grazie Seddy.
@Sandra dolce forno
RispondiEliminaGrazie a te Sandra.
Una buona giornata!
Come si potrebbe dimenticare? Un bacio!
RispondiEliminaUn film bellissimo...
RispondiEliminaLa sensibilità delle nuove generazioni è lo strumento per capire e rifiutare l'abominio compiuto del passato, e che fino ad ora è stato compreso solo da chi a vissuto. La memoria dei sopravvissuti deve diventare la nostra memoria, per frenare futuri momenti di follia.
RispondiEliminaUn abbraccio
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Vengono davvero i brividi a pensare a quegli orrori, frutto di una mente malata. Ma sai qual è secondo me la cosa assolutamente grave e assurda? Che ci sia stato un pazzo, ok, ma tutti coloro che lo hanno assecondato, cos'erano? Una generazione di folli o di insensibili e crudeli individui? Che non si ripeta più un simile abominio...me lo auguro con tutto il cuore!! Baci Seddy e grazie per questo spunto di riflessione.
RispondiEliminaIo sono andata ad Auschwitz questo autunno.
RispondiEliminaNon ci sono parole per descriverlo, ma di sicuro, non si può dimenticare.
Elli
Non si può dimenticare...è un dovere ricordare, tramandare...è un dovere perché si deve far di tutto affinché ciò che è stato non sia mai più.
RispondiElimina@Donatella Clementi
RispondiEliminaImpossibile!
@gioia
Si, molto bello.
@MorsoDiFame Antonella
La storia ci insegna.
@Ros Mj
Perfettamente d'accordo con te cara.
@La casa sulla scogliera
Si può immaginare cosa si prova visitando quei luoghi.
@m4ry
E' proprio così.
Non ho visto il film nè ho letto il libro, ma immagino cosa vi sia narrato.
RispondiEliminaSono arrivata ad un punto in cui mi fa troppo male il pensiero di queste storie, non voglio dimenticare, anzi, la memoria è fondamentale per me...ma confesso di non riuscire più a vedere nuovi film o a leggere nuovi libri (oltre quelli che ho giò visto e letto in passato) su questo argomento. E' più forte di me.
Spero non ti dispiaccia se linko questo tuo post nel mio post di ieri, tra quelli dei blog amici che hanno parlato del Giorno della Memoria.
@maris
RispondiEliminaIn effetti i contenuti sono molto forti, si tratta quasi sempre di testimonianze dirette.
In ogni caso la memoria è quello che conta.
La citazione del link al contrario, non può che far piacere. Grazie!
Sulle discriminazioni, sulla paura delle diversità e su ogni altra forma di segregazione si son fondate le dittature. Per questo non bisogna dimenticare, per evitare che nuove violenze vengano usate al fine di affermare improponibili regimi e "uomini della provvidenza". Un caro saluto, Fabio
RispondiElimina@Blogaventura
RispondiEliminaGiusto! Continuare sempre a ricordare onde evitare il pericolo di ogni nuova forma di dispotismo.
Grazie Fabio!